La ragazza di piazza Tahir

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Più che un romanzo, il testo di Younis Tawfik è una presa di posizione, una sua dichiarazione a favore delle manifestazioni e del tentativo di rivoluzione perpetrato in Egitto più di dieci anni fa. Lo scrittore l’ha fatto usando la sua arma di romanziere, quindi creando personaggi che rappresentassero i vari animi presenti nella società dell’Egitto di quel tempo.

La storia è molto scarna, fatta di pochi elementi. Si è invece in presenza di ricche considerazioni sulla necessità della ribellione di fronte a poteri che continuavano e continuano a non fare gli interessi della gente e pensavano e pensano solo a mantenere il potere ed arricchirsi. Ma nel romanzo sono presenti anche intense argomentazioni sul valore della democrazia e della possibilità della libertà che essa assicura.

In un contesto arcaico, ove la considerazione della donna è quasi nulla, perché valutata solo quanto riesce a soddisfare il potere dell’uomo, si staglia una condizione di modernità, anzi di contemporaneità che viene dato da internet, dall’uso dei social che permette d’un sol colpo di andare oltre la situazione di soffocamento che condanna giovani e ragazze. Sono proprio quest’ultime a beneficiare maggiormente della grande apertura che permette la frequentazione dei social e attraverso lo strumento delle amicizie, si ha la possibilità di mettere a confronto le proprie idee con quelle di altri coetanei, si ha la possibilità di maturare e far crescere le proprie posizioni. 

Il romanzo, quindi, narra l’anelito alla libertà che conquista una ragazza, vessata e maltrattata dalla madre proprio perché femmina e non maschio, nel tentativo di preservarla da presunti pericoli e mantenerla il più possibile intatta fino al matrimonio, offerta ad un ipotetico marito imposto. L’aver partecipato ad una prima manifestazione fa scaturire nella ragazza la consapevolezza che ormai deve disobbedire a sua madre e seguire la propria strada. Il romanzo   descrive con poche pennellate, ma che danno la chiarezza di cosa sia capitato a piazza Tahrir nel 2011, le lotte che vi sono state e la vittoria conseguita con la cacciata di Mubarak.

Alcune situazioni non vengono troppo spiegate, né è possibile intuirle. Il fratello di Amal, la ragazza di piazza Tahrir, ad esempio, descritto come un osservante fanatico, lo si trova molto attivo fra i dimostranti. Che cosa l’ha mutato? Nella narrazione non si dice nulla sulle circostanze che l’hanno indotto ad un cambiamento così radicale. Le circostanze esterne sono quindi la causa che porta a modificazioni degli animi e dei comportamenti. Oltre al fratello, anche la burbera madre, alla fine cambia e così anche il padre, che buono d’animo, ma anche aperto, fino ad un certo punto mantiene un atteggiamento timoroso e incapace di scegliere e assumere le proprie responsabilità.

Le vite private e quelle pubbliche si incrociano e si influenzano reciprocamente. D’altra parte, è ciò che avviene in ogni rivoluzione, anche se poi sembra sempre vincente il detto di Tommaso di Lampedusa quando nel suo romanzo afferma che bisogna cambiare tutto perché nulla cambi, che fa da pendant a quanto già Verga affermava e cioè che in aria ci vanno solo gli stracci.

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