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La memoria di A.

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Anche La memoria di A. è organizzato come un testo per ragazzi. La stessa premessa scritta dagli autori al testo lo esplicita in maniera chiara. È anch’esso un testo narrativo, perchè gli autori hanno voluto affrontare alcune problematiche inerenti al dilagare del razzismo in Italia e rigurgito nazistico in Germania sul piano della narrazione piuttosto che su quello del saggio. Romanzo quindi finalizzato. E tuttavia alcune elementi di duplicità esistono. Intanto ci sono due edizioni fatte da due case editrici diverse. Una edizione per la casa editrice De Agostini corredata da note didattiche, così come era avvenuto per il precedente testo La promessa di Hamadi, ed un’altra per casa editrice Abele associata alla organizzazione ONG dalla stessa denominazione che si interessa di varie problematiche specialmente di quelle inerenti alla presenza degli immigrati in Italia. Questa altra edizione non è corredata da note. Con molta probabilità, con questa operazione editoriale gli autori hanno voluto strizzare l’occhio al tutta quell' area geografica del mondo associazionistico, ipotizzando quindi che il testo potesse reggersi anche sul puro piano narrativo e non solo come testo narrativo-didattico, così come era stato pensato. L’operazione è riuscita? Forse, anche se risente del periodo in cui è stata scritta. Proviamo a delineare alcune caratteristiche. Anche questa volta gli autori per ingraziarsi il favore del giovane pubblico a cui il testo è destinato pongono un narratore che possa essere vicino al gusto adolescenziale. Il narratore infatti è un ragazzo. Tutti i fatti, gli avvenimento vengono quindi filtrati da questa ottica particolare, cioè dalla percezione della realtà degli occhi di un ragazzo.
Per la maggior parte della narrazione il compito di coerenza fra fatti e organizzazione del narratore regge, in qualche momento, però, sembra non rispondere più a verosimiglianza, obiettivo prioritario della coppia di autori. È chiaramente un romanzo di formazione che si determina attraverso le esperienze direttamente vissute dal protagonista narratore. Formazione contratta nel periodo, ma pur sempre capace di modificare il comportamento. Una indicazione che emerge sia sul piano didattico che su quello psicologico generale è che la modificazione comportamentale o delle proprie convinzioni avvengono non per informazioni o informazioni culturali, ma perché si è stati feriti sulla propria “pelle”.
L’idea dello strumento narrativo e non del saggio per informare del razzismo è significativo perché attraverso la immedesimazione nel personaggio (in questo caso l’identificazione era coinvolgente in quanto il personaggio principale positivo era un ragazzo) è possibile convivere e condividere le esperienze. Sotto questo aspetto il romanzo di Saidou Moussa Ba e Alessandro Micheletti risulta efficace oltre che istruttivo e capace di creare reali modificazioni sul piano delle convinzioni negli alunni. È anche chiaro che se diventa un libro imposto, piuttosto che letto con piacere può produrre anche effetti contrari. Un altro aspetto sul piano della costruzione del testo sembra significativo. Ogni capitolo non tratta di un tema, ma di un personaggio. La vicenda si snoda quindi attraverso la presentazione successiva di varie tipologie di personaggi, tutti e percepiti attraverso gli occhi dal ragazzo protagonista. Scelta anche questa molto felice perchè i fatti, gli avvenimenti vengono percepiti attraverso questo filtro. Cioè ogni personaggio nuovo fa da veicolo per la comprensione della realtà. Questa non viene acquisita attraverso un ripensamento personale, una riflessione, un contatto diretto, ma mediante le vicende, le esperienze vissute insieme ad altri.
L’unità di azione viene stravolta attraverso la presentazione di più storie che si intrecciano e che servono a denunciare le varie forme di razzismo a volte evidenti, a volte nascosti nei ragionamenti più normali e più comuni. C’è un razzismo che viene proposto come xenofobia e ve ne è un altro molto più marcato e che ripropone ideologie di un passato recente e che hanno sconvolta la storia del XX secolo. Le diverse storie che si intrecciano permette ai due autori di far vedere come il razzismo attuale, che può sembrare a volte solo intolleranza o disagio, si lega strettamente al razzismo così nefasto perpetrato dal nazismo e che ha portato alla shoa.

2006

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