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lateja spanjolli

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E’ il terzo romanzo di Artur Spanjolli pubblicato dalla casa editrice Besa. Come nel primo romanzo si organizza un saga familiare a partire da un punto focalizzante che questa volta è un luogo ( una sorta di monastero di dervisci) e dalla figura di un saggio derviscio.
Il monastero (la teqja) era stato distrutto dal governo comunista albanese.
L’avvio narrativo è dato dal rinvenimento di un diario appartenuto a Hysen Cialliku. e sfuggito quasi miracolosamente a un incendio, distruzioni e alle successive intemperie atmosferiche. Si tratta di circa 30 pagine che i discendenti della famiglia Cialliku decifrano e leggono ogni sera per coglierne elementi di consolazione spirituale.
E’ a partire da questa lettura che si snodano i racconti, gli avvenimenti miracolistici attribuibili a Hysen Cialliku che toccano, in un arco di tempo lungo un secolo, quasi tutti i membri della famiglia.
Viene così alla luce il conflitto fra i Cialliku e il signorotto locale Seit Beu, che sarà poi il responsabile dell’incendio della ricca biblioteca posseduta da Hysen.
Il romanzo di Spanjolli si colloca su un piano fortemente etico-religioso, in cui viene esplicitata la lotta fra male e bene, lotta che non sempre vincente e riesce a sopraffare le forze del male. Nella realtà il male convive con il bene e l’esito della lotta fra questi due poli è ben diverso da quello che ci si potrebbe aspettare. Dal groviglio di pessimismo emerge qualcosa che dà speranza a una possibile ripresa e consolida la fiducia nella forza del bene.
Se l’aspetto etico è desumibile da questa lotta non dichiarata, ma trasparente nei fatti, negli avvenimenti, il romanzo per alcuni versi tende a trasformarsi in una sorta di agiografia, in cui la biografia del santo è data dalle pagine del diario ritrovato e gli atti miracolistici sono testimoniati dai ricordi dei vari esponenti della famiglia.
Alla base della struttura religiosa del testo, però, vi è una forte tensione verso la tolleranza e l’apertura nei confronti di altre fedi religiose oltre a quella musulmana che è propria dei Cialliku. Il senso di tolleranza è testimoniato dalla qualità dei libri che compongono la biblioteca, dalle letture che Hysen fa, dai ragionamenti espressi nelle pagine del diario ritrovato.
Il saggio Hysen è fortemente ancorato alla terra e alla forza dei sentimenti. Si adira, cede alle passioni della carne. E’ un santo che vive della concretezza degli uomini. Ma è anche un santo che assomiglia a quelli cristiani. La gente si rivolge a lui nelle preghiere per ricevere aiuto nelle difficoltà.
E’ il tipico santo cristiano che intercede: la religiosità è simile da tutte le parti e in tutte le religioni.

 

22-01-2007

 

 

 

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